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Da Napoli a New York nel segno di Gennaro, un santo d’oltreoceano

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Mulberry Street, la principale strada di Little Italy a New York, inizia all’incrocio con Canal Street, non lontano da Chinatown e a pochi passi dalla caotica Broadway Avenue. Qui a settembre si festeggia San Gennaro, come da noi a Napoli, quest’anno per l’ottantanovesimo anno consecutivo. La festa dura dieci giorni, fu celebrata per la prima volta nel 1926 e in questi anni ha subito un’interruzione solo nel 2001, dopo gli attentati alle Torri Gemelle.

Sebbene venga celebrata ogni anno, la Festa di San Gennaro a New York suscita grande attesa per il suo clima festoso, per le processioni religiose, per i ristoranti sempre pieni che per l’occasione possono occupare lo spazio pubblico con i tavoli, per i chioschetti di zeppoles and calzones, per la musica, che quest’anno ha avuto come protagonista Tony Danza, star del musical “Honeymoon a Las Vegas”. E per una competizione che non ha nulla di napoletano, ma che attrae tantissimi curiosi: i mangiatori di cannoli. Per la cronaca, nel 2014 la vittoria è andata a un giovanotto capace di ingurgitare 34 cannoli in sei minuti.

Il 19 settembre, invece, mentre a via Duomo si attende il miracolo della liquefazione del sangue, a Little Italy la statua del Santo viene portata in processione per le vie del quartiere, lungo lo snodo tra Mulberry e Mott Street, tra Canal e Houston Street. «Si tratta di un periodo di festa, di ricordi e di riconciliazione», scrive Joseph Mattone dell’organizzazione “Figli di San Gennaro” sul sito dedicato alla festa. «La nostra è la celebrazione più lunga e più longeva di New York, grazie ad essa portiamo il mondo a Little Italy e Little Italy nel mondo».

San Gennaro a New York
foto di Anna Monaco
San Gennaro a New York
foto di Anna Monaco
San Gennaro a New York
foto di Anna Monaco
San Gennaro a New York
foto di Anna Monaco
San Gennaro a New York
foto di Anna Monaco
San Gennaro a New York
foto di Anna Monaco
San Gennaro a New York
foto di Anna Monaco
San Gennaro a New York
foto di Anna Monaco
San Gennaro a New York
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San Gennaro a New York
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San Gennaro a New York
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San Gennaro a New York
foto di Anna Monaco
San Gennaro a New York
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San Gennaro a New York
foto di Anna Monaco
San Gennaro a New York
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San Gennaro a New York
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San Gennaro a New York
foto di Anna Monaco
San Gennaro a New York
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San Gennaro a New York
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San Gennaro a New York
foto di Anna Monaco
San Gennaro a New York
foto di Anna Monaco
San Gennaro a New York
foto di Anna Monaco
San Gennaro a New York
foto di Anna Monaco

A Mulberry Street di persone nate in Italia nel 2010 il censo non ne ha trovata neanche una. E anche di immigrati di seconda e terza generazione ormai non ve ne sono più. Bisogna risalire alla quarta generazione forse per trovare qualche discendente dei primi italiani che emigrarono in America tra il 1890 e il 1920 per cercare un po’ di fortuna, e che proprio a Mulberry Street trovarono la loro prima casa. Erano quelli che oggi chiamiamo migranti economici e a Ellis Island ne sbarcarono in cinque milioni, oltre quattro volte gli abitanti di Napoli. Little Italy a New York ne accolse quasi diecimila, che poi dopo la seconda guerra mondiale hanno lasciato il quartiere per trasferirsi nelle zone più periferiche. Oggi Little Italy è più che altro un luogo turistico dove di italiano sono rimaste solo le scritte stampate sui gadgets venduti nei negozi, e dove su 7816 residenti solo 554, cioè il 7%, ha origini italiane, scrive Le Monde.


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