Un palloncino giallo attaccato al parabrezza o al lunotto con scritto “Nocivico alla salute stradale”. È l’iniziativa che Città di Partenope, in collaborazione con Aeroporto Internazionale di Napoli, ha portato avanti durante la scorsa settimana per individuare le auto parcheggiate in sosta selvaggia lungo tutti i quartieri del capoluogo campano. I rioni più indisciplinati, secondo gli attivisti e i promoter che hanno partecipato alla campagna, sono Chiaia e San Ferdinando, entrambi nella prima municipalità. Seguono, in questa speciale classifica, San Giuseppe, Porto (nello specifico Via Marina), Mergellina, Pendino, San Lorenzo, San Carlo all’Arena, San Pietro a Patierno, Secondigliano, la zona dell’Aeroporto, i Colli Aminei e il Vomero.
In tutto sono stati 1230 i veicoli segnalati in posizioni non rispettose del codice stradale, 15 i parcheggiatori abusivi intervenuti a togliere i palloncini (alcuni anche in malo modo, come fuori agli chalet di Mergellina, dove sono stati bucati subito fra epiteti ingiuriosi), 550 fotografie scattate ai veicoli in sosta selvaggia, 100mila persone raggiunte grazie ai social network dedicati all’iniziativa. Un week-end all’insegna del civismo e della non-rassegnazione verso tutte quelle auto parcheggiate in doppia e tripla fila, sulle strisce pedonali, sugli stalli dei bus o in prossimità degli incroci. «Un malcostume cui gli occhi dei napoletani si sono abituati – dichiarano gli attivisti di Città di Partenope – e che di fatto impedisce la normale circolazione dei mezzi e dei pedoni, rendendo Napoli una città a ostacoli nel vero senso della parola».
Ma quali sono state le reazioni dei “colpevoli”? Alcuni, affermano i volontari del progetto, erano infastiditi e sono giunti a negare persino la presenza di un divieto di sosta. Molti altri, però, hanno fatto mea culpa, spostando subito il veicolo incriminato, tenendo fede a ciò che c’era scritto sul retro del palloncino: “Sposta il tuo veicolo da qui e usa questo palloncino per aiutarci a diffondere questa campagna. Grazie”. «È stata un’esperienza straordinaria – racconta la responsabile del progetto, Federica Formisano – la gente ha capito e, a dire il vero, non ci aspettavamo tanta partecipazione. Ovunque i passanti ci fermavano plaudendo all’iniziativa. Peccato che, oltre all’episodio dei parcheggiatori a Mergellina, davanti alla Questura un poliziotto ha voluto identificare i nostri promoter. La città è piena di problemi, ma se iniziamo ad affrontarne uno alla volta, forse c’è speranza anche per noi giovani». Non capita di rado, in effetti, che davanti agli uffici di via Medina siano le auto degli stessi agenti a intasare le corsie di marcia, parcheggiando in doppia e tripla fila i loro veicoli privati.
«Si osannano i turisti ma poi li si fa fare lo slalom tra le auto in sosta – dichiara Claudio Agrelli, Ceo dell’agenzia pubblicitaria Agrelli&Basta, fondatore di Città di Partenope – non ci sono giustificazioni valide né per i vigili, che potrebbero dotare le auto di fotocamera, né per i cittadini: è come se, non avendo spazio in casa propria, si metta un mobile sul pianerottolo. L’auto è un lusso: se non si vuole pagare un garage è meglio muoversi con i mezzi pubblici, altrimenti si finisce con l’invadere la libertà degli altri. È una questione di civile convivenza che non va minimizzata».