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Natale 2015: la rivincita dei giocattoli artigianali

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Chi l’ha detto che i bambini si accontentano solo di videogiochi, smartphone e social network? Il 2015 è l’anno della svolta per i traditional toys, quelli che troviamo nelle nostre belle scatolone o quelli da costruire mattoncino dopo mattoncino, dai puzzle fino alle famose “costruzioni”. A confermare il trend positivo è Assogiocattoli in collaborazione con Npd Group, società internazionale specializzata in ricerche e informazioni di mercato. Ebbene: a inizio 2015 si è registrato un aumento delle vendite pari allo 0,9 percento rispetto all’anno precedente. Pochino, si dirà. Ma confrontiamo questo dato con quello raggiunto a dicembre 2015, alle porte del Natale, per verificare come dallo 0,9 di crescita si sia passati al 10,5, con un balzo in avanti di dieci punti in soli dodici mesi.

Niente male per un mercato che si credeva morto e sepolto sotto il sacro monolite della tecnologia a tutti i costi. «I bambini non hanno perso la voglia del gioco “old style”. Il problema è che, spesso, non lo conoscono». A parlare è Massimiliano Marinelli, proprietario con altri quattro soci del negozio e laboratorio ludico “Masisà” di via Fiorelli, a Napoli, dove organizza corsi, incontri, giochi a tema, appuntamenti per i bambini e per i loro genitori che possono così “staccarli” dallo schermo televisivo o del pc per qualche ora. «La riprova di quello che sto dicendo è lì di fronte a noi – dice Marinelli indicando un bambino presente nel negozio che gioca con uno scivolo per le palline in legno – il bambino fa esperienza di ciò che conosce, di ciò che è letteralmente a portata di mano. Il giocattolo tradizionale non ha perso appeal, è semplicemente oscurato da una mole ingombrante fatta di tecnologie sempre più pervasive e passive. Credo, invece, che il bambino abbia bisogno di tornare a un ruolo attivo: costruire ciò con cui poi giocherà; dare libero sfogo alla sua fantasia senza che qualcun altro decida per lui».

Si può quindi spiegare così questa generale curva di crescita del giocattolo “di una volta”, di cui il negozio Masisà è una sorta di emblema, a Napoli: «Sì, qui abbiamo deciso di dedicarci a un certo tipo di prodotti – spiega Marinelli – dal legno alla latta, dalla plastica alle costruzioni. Qui non troverete cose già assemblate, pronte per l’uso. Vogliamo che la creatività del bambino si esprima in ogni sua forma, lasciandolo libero di divertirsi, sbagliare, costruire e ricostruire». Un bel punto d’incontro fra il divertimento e “l’educazione”, che non diventa così noioso compito da portare a termine controvoglia, ma un processo stesso dello svago, del momento ludico che accompagna la vita quotidiana dei bambini.


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