Saranno nove le Quadriglie che, quest’anno, si “sfideranno” fra le strade di Palma Campania. Anche questo Carnevale, come di consueto, la cittadina del Napoletano si prepara ad accogliere abitanti e visitatori con la tradizione del suo Carnevale, che affonda le sue radici nel Seicento.
Gruppi composti da centinaia di danzatori e musicisti – le Quadriglie, per l’appunto – che sfileranno lungo le strade suonando strumenti tradizionali come triccheballacche, putipù, acciarini, campanacci, tamburelle e scetavajasse. Il tutto accompagnato da una banda musicale con strumenti a fiato e percussione, diretta da un maestro che assurge a vera e propria figura “macchiettistica” che, con fare e mimica teatrale, dirige l’esecuzione del canzoniere della Quadriglia.
Le Quadriglie che parteciperanno quest’anno: gli Amici di Pozzoromolo, ‘A Livella, i Gaudenti, i MoNelli, gli Scugnizzi, Scusate il ritardo, gli Studenti, Teglanum e Tutta n’ata storia. Squadre che si sfideranno tra loro attraverso musica e costumi, ognuno a tema con il nome prescelto. Al termine della sfilata, prevista per domenica alle ore 15:30, la giuria premierà la Quadriglia vincente.
I costumi di questo carnevale sono rigorosamente artigianali, per nulla improvvisati. Tutt’altro: sono frutto di un lavoro certosino e attento da parte degli artigiani locali. Progettare un costume significa esprimere compiutamente il tema scelto dalla quadriglia, il senso che si vuole comunicare allo spettatore, la pienezza stessa dei significati che avvolgono il Carnevale campano. Laboratori animati da veri e proprio “stilisti del Carnevale”, che con la loro arte definiscono visivamente lo spirito di un’intera Quadriglia.
“Il laboratorio carnascialesco – scrivono sul loro sito internet gli organizzatori – è anche quello che si inalbera per la realizzazione degli strumenti tipici della festa palmese: i famosi scetavajasse, triccaballacche e putipù sono frutto della maestria dimostrata dagli artigiani che rendono queste composizioni delle attrattive che sono tipiche della manifestazione popolare, nel solco della tradizione. Sono questi gli elementi distintivi del Carnevale Palmese, quelli che lo rendono unico ed inimitabile, perché nella città napoletana – continuano gli organizzatori – fare festa in questo periodo dell’anno non rappresenta soltanto uno svago, un passatempo che nasce e finisce nel giro di pochi giorni, ma costituisce una vera e propria carta d’identità del posto, laddove i laboratori artigianali di costumi e strumentazioni musicali tipiche dei quadriglianti segnano i tratti distintivi dell’essere “palmese”.
È una tradizione, quella del Carnevale palmese, che, come dicevamo, affonda le sue radici in epoca barocca, nel rispetto del folklore che ha sempre caratterizzato il popolo campano in questo periodo dell’anno. Una tradizione che si consuma anche a tavola, dove l’imperativo categorico è la lasagna: rigorosamente riccia, carica di polpettine fritte e cosparsa di ragù derivato da pomodoro del piennolo, un grande classico Vesuviano. Vera estasi gastronomica che prelude ai dolci tipici quali il sanguinaccio, le chiacchiere e il migliaccio.