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Estate in Campania: 5 buoni motivi per conoscere il Cilento

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Dal confine con Eboli a Sapri e Vallo della Lucania, passando per alcune perle come i Templi di Paestum, il porto di Acciaroli, le superfici montagnose di Trentinara e Stio. Il Cilento è una regione nella regione, luogo di incantata bellezza a Sud della Campania, che segna il confine con la Basilicata. Un territorio dove i ritmi sono lenti, di quella lentezza a misura d’uomo, che si incrocia a paesaggi mozzafiato, a una natura pressoché incontaminata, a una cucina paesana che segna ancora, come tempo fa, l’identità stessa di un paese. Ecco 5 buoni motivi per conoscere meglio questa splendida sub-regione.

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Templi di Paestum

Arte e cultura
Si parte dal Nord del Cilento, da quei Templi di Paestum che costituiscono uno dei più grandi esempi mondiali d’arte greca. Edificati fra il 550 e il 460 avanti Cristo, i templi di ordine dorico dominano una delle valli più suggestive d’Italia, dalla cosiddetta “basilica” dedicata ad Hera al Tempio di Nettuno, il più grande dei tre, molto simile a quello dedicato a Zeus ad Olimpia. Ma chi non vuole fermarsi alle porte Settentrionali del Cilento avrà di che scoprire: come la Certosa di Padula, mirabile esempio di edificio sacro Trecentesco (con pesanti rifacimenti d’epoca Barocca), o gli scavi archeologici di Velia che insistono sul territorio di Ascea e Palinuro.

Santuario-Maria-SS

L’uomo e la Natura
Sì, qui il tempo sembra essersi davvero fermato. Basta guardare i paesaggi che si stagliano lungo l’orizzonte di Castellabate, o le acque che bagnano il porticciolo di Acciaroli; o, ancora, il Monte su cui sorge Trentinara, dove in agosto si tiene la famosa Festa del Pane, o i fantastici scorci di Cicerale, che deve il suo nome al famoso legume, qui così diffuso. Enumerare le bellezze naturali del Cilento è praticamente impossibile, molto meglio andarle a vedere di persona.

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“Fusiddi” al ragù di castrato

Il cibo
La gastronomia si fa arte e identità. Mai come in Cilento l’uomo è riuscito a conservare intatte le proprie tradizioni di cucina “povera” e paesana, mantenendo un patrimonio di Biodiversità unico al mondo. È appena il caso di ricordare, oltre ai già rammentati ceci, il fico bianco, la mozzarella di Bufala, le Alici di Menaica, il caciocavallo podolico, la soppressata di Gioi, i fusilli (anzi: fusiddi!) al ragù di castrato e, ultimi ma non ultimi, i grandi vini della piana di Paestum o Castel San Lorenzo. Insomma: un patrimonio gastronomico tutto da assaggiare e scoprire.

Baia degli Infreschi
Baia degli Infreschi

Il mare
Sembra banale ricordarlo, ma qui il mare è davvero una tavola limpida e cristallina, ricco di calette affascinanti dove trovare un po’ di ristoro dal tran tran quotidiano. Se cercate spiagge ampie, adatte anche ai bambini, conviene fermarsi a Capaccio-Paestum, dove troverete ampi litorali pronti a soddisfare ogni esigenza “marittima”. Altrimenti, se avete l’animo degli esploratori, non perdetevi perle assolute come la Baia di Trentova ad Agropoli o Baia degli Infreschi a Marina di Camerota. Acque azzurre e sabbie finissime che non vi faranno rimpiangere la Puglia o la Sardegna.

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Le relazioni umane
Sì, perché qui dei ritmi caotici e stressanti delle metropoli non se ne vuole manco sentir parlare. Le relazioni umane tornano quelle che sono: basate sulla reciproca conoscenza, sulla cordialità dei saluti, sulla volontà di far scoprire ciò che un territorio ha di bello (e buono) da offrire. Quindici giorni da queste parti fanno recuperare davvero la fiducia nell’umanità. Unico problema: dopo non vorrete più andar via.


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